La lingua italiana è molto varia e ci dà la possibilità di descrivere con parole molto precise ogni aspetto della realtà che ci circonda. Pertanto, padroneggiare la nostra lingua e saperne sfruttare appieno tutte le potenzialità ci munisce di uno strumento essenziale per affrontare la vita di tutti i giorni. È per questo motivo che lo studio di argomenti come l’uso di nomi concreti e nomi astratti sin dai primi anni della formazione è fondamentale per saper descrivere non solo il mondo materiale visibile, ma anche quello astratto e nascosto ai nostri occhi.
Ma torniamo un po’ indietro: da cosa prende origine la distinzione tra nomi concreti e nomi astratti?
Questa risale all’opera del 1834 di Carlo Antonio Vanzon, Grammatica ragionata della lingua italiana: successivamente alla pubblicazione, sono stati molti gli studiosi che hanno iniziato a stilare una lista di nomi astratti e nomi concreti. Ma la distinzione netta tra le due tipologie di sostantivi è di difficile applicazione nei casi in cui si fa riferimento a concetti non materiali, ma anche a concetti non puramente mentali come il dolore, il viaggio o la caduta. Pier Gabriele Goidànich, glottologo italiano, fu il primo a muovere questa teoria.
Cosa sono i nomi concreti?
Definiamo concreti quei nomi che si riferiscono a entità che possono essere percepite dai nostri cinque sensi: il tatto, la vista, l’udito, l’olfatto e il gusto.
Esempi di nomi concreti
Vediamo insieme alcuni esempi di nomi concreti:
Cane, tavolo, mela, uccello, profumo:
- Il bambino gioca con il cane.
- La famiglia cena intorno al tavolo.
- Biancaneve dà il morso alla mela.
- Nel cielo vola un uccello.
- A Maria piace sentire il profumo dei fiori.
Cosa sono i nomi astratti?
Definiamo invece astratti quei nomi che si riferiscono a entità che non possono essere percepite dai nostri cinque sensi. Questi nomi rappresentano un’idea, un aspetto, un concetto, una sensazione, un’emozione, uno stato d’animo, un’esperienza o una qualità.
NOMI ASTRATTI PER SENTIMENTI: disgusto, eccitazione, indifferenza, gioia, solitudine, etc.
- Siamo stati sopraffatti dalla gioia quando abbiamo ricevuto la splendida notizia.
NOMI ASTRATTI PER STATI D’ANIMO: confusione, paura, dolore, etc.
- Stare lontano da casa mi provoca molta malinconia.
NOMI ASTRATTI PER TRATTI DI PERSONALITÀ: determinazione, ottimismo, saggezza, empatia, coraggio etc.
- Ci vuole molto coraggio per tener testa a un bullo.
NOMI ASTRATTI PER IDEE E CONCETTI: sensibilità, educazione, democrazia, credenza, relazione, etc.
- Chi ti ha dato questa educazione?
NOMI ASTRATTI PER AVVENIMENTI ED ESPERIENZE: futuro, anniversario, promozione, guerra, infanzia, etc.
- In primavera celebreremo il nostro anniversario di nozze.
Suffissi di nomi astratti
I nomi astratti sono caratterizzati da suffissi tipici.
La maggior parte dei nomi astratti termina con -tà, -anza, -enza, -ezza, -ione, -izia, -igia, -ura:
- –ità, –età, –tà: suffissi caratteristici di sostantivi astratti
felice→felicità, vario→varietà, fedele→fedeltà; - –ezza, –izia ⇒ formano sostantivi per lo più astratti
saggio→saggezza, alto→altezza, giusto→giustizia; - – ore, –ura⇒ formano sostantivi indicanti caratteristiche, atteggiamenti, abilità ecc.
stupito→stupore, bravo→bravura; - – itudine⇒ è un suffisso raro che forma sostantivi che indicano nozioni astratte
solo→solitudine; - –eria⇒ forma nozioni astratte in genere connotate spregiativamente
tirchio→tirchieria;
Quali sono le differenze tra nomi concreti e nomi astratti?
Per alcuni sostantivi, le differenze sono chiare e facilmente individuabili. In altri casi, invece, la stessa parola può variare da un significato concreto a un significato astratto a seconda delle circostanze in cui essa viene usata. Prendiamo l’esempio della parola studio: nella forma astratta, sta a indicare l’atto di studiare, nella forma concreta, un ufficio fisico.
Consigli per distinguere nomi concreti e astratti
Come distinguere i nomi concreti dai nomi astratti? Il modo più semplice per capire se un nome sia concreto o astratto è fare affidamento ai nostri cinque sensi. Se il sostantivo fa riferimento a qualcosa che possiamo toccare, annusare, vedere, sentire o gustare, allora questo è concreto. Diversamente, invece, il sostantivo è astratto.
Solitamente, nei nomi concreti sono inclusi i nomi di persone, luoghi, esseri viventi o oggetti tangibili. Al contrario, nei nomi astratti sono incluse emozioni, idee, concetti e tutto ciò che non è tangibile.
In più, molti nomi astratti sono formati da aggettivi che fanno riferimento a qualità o attributi. Facendo alcuni esempi: parole come timidezza, goffaggine, astuzia o crudeltà sono sostantivi astratti, in quanto non fanno riferimento a caratteristiche fisiche ma a dei tratti di personalità. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, i nomi astratti si possono riconoscere anche dai loro suffissi.
Quando si studiano i nomi concreti e astratti?
Solitamente, l’introduzione allo studio dei nomi concreti e astratti fa parte del programma di grammatica italiana della Scuola Primaria, precisamente alla classe terza elementare. Attorno agli 8/9 anni i bambini iniziano a svolgere i primi esercizi di analisi grammaticale, ritenuti di fondamentale importanza per l’adeguata comprensione di altre materie come scienze, storia e geografia.
Schede didattiche nomi concreti e astratti scuola primaria
È quindi importante che lo studio dei sostantivi concreti e astratti inizi nei primi anni della formazione di uno studente, così da capire subito la differenza. L’esercitazione, in questi casi, è fondamentale: per uno studio più approfondito visita la piattaforma MyEdu ed esercitati con le nostre lezioni e i nostri approfondimenti!
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