Capita spesso di confondersi tra “ce n’è” e “ce ne”, ma le due forme hanno significati e usi ben distinti.
- Ce n’è: è la forma contratta di “essercene”, composta da:
– “ce”: è una forma della particella pronominale “ci” davanti alla particella “ne”;
– “ne”: è un’altra particella pronominale (da sola non ha senso compiuto ma si appoggia a forme verbali)
– “è” è ovviamente la III persona singolare del verbo “essere”.
L’espressione “Ce n’è” quindi si usa per indicare la presenza di qualcosa.
Ad esempio: “Che buona questa pasta! Ce n’è ancora un po’?” si riferisce all’esistenza di una quantità rimanente. È importante ricordare sia l’apostrofo, che segnala l’elisione di “ne” con il verbo “essere”, sia l’accento sulla “e” che indica la terza persona del verbo essere.
- Ce ne: è una combinazione delle due particelle pronominali “ci” + “ne” e non ha senso compito, ma si deve appoggiare a un verbo.
Ad esempio: “Ce ne servono due” significa che sono necessarie due unità di qualcosa.
Conclusione: il trucco per distinguere le due espressioni e ricordarsi di scriverle correttamente è individuare al loro interno la presenza della terza persona singolare del verbo essere “è”.
Per qualsiasi altro dubbio linguistico, vai alla sezione “Dizionario” del nostro Blog in cui elenchiamo domande come quella a cui abbiamo risposto in questo articolo.