In questi ultimi giorni di giugno tifiamo tutti, anche noi di MyEdu, per la Nazionale di calcio femminile che si sta facendo valere ai Mondiali di Francia. Sogniamo la vittoria per le azzurre, e lo facciamo assieme alle nostre figlie e ai nostri figli che vedono in queste ragazze, e più in generale nei campioni dello sport, un modello di grinta e determinazione da imitare.
Lo sport è, infatti, un elemento fondamentale per lo sviluppo di bambini e ragazzi, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
I benefici dello sport
Praticare uno sport aiuta a irrobustire il fisico, a prevenire le malattie, a mantenere sano l’apparato locomotore e a controllare il peso corporeo. Riduce inoltre lo stress e l’ansia e, allo stesso tempo, tramite gioco e divertimento, insegna ai nostri ragazzi valori quali amicizia, solidarietà, lavoro di squadra, autodisciplina, fiducia in se stessi, rispetto degli altri, capacità di affrontare i problemi e comunicazione.
Lo sport è un elemento fondamentale per la crescita serena di bambini e bambine, tanto da essere citato, seppur indirettamente come “attività ricreativa”, anche nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delle Nazioni Unite. Dice infatti l’Articolo 31:
Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica […]
Come scegliere lo sport giusto per i nostri figli?
Facciamo dunque in modo che i nostri figli pratichino uno sport, ma scegliamolo con criterio, basandoci sulle loro capacità e necessità, e guardando anche – non dimentichiamolo mai – alla loro età. Perché non tutti gli sport sono adatti a ogni età dello sviluppo: c’è un’età giusta per le attività individuali e un’altra per gli sport di squadra.
Nei primi anni di età, quelli che precedono l’ingresso alla scuola primaria, per bambine e bambini sono più indicate le attività individuali: sport come il nuoto, l’atletica o la ginnastica. A questa età i bambini e le bambine ancora non hanno pienamente acquisito il concetto di collaborazione, ma hanno la necessità di imparare a conoscere meglio il proprio corpo in relazione allo spazio che lo circonda, e sviluppare l’equilibrio, la coordinazione e le capacità motorie di base.
Con l’ingresso alla scuola primaria è invece auspicabile l’inizio di uno sport di squadra, che sia il calcio, la pallavolo, la pallacanestro, la pallamano, il rugby o altro. Questo perché è proprio dopo i cinque anni d’età che il bambino si apre alla collettività e alla collaborazione, e attraverso gli sport di squadra impara a interagire con i compagni in maniera sana.
In seguito, più o meno verso i dieci anni, si può quindi provare a indirizzare il bambino verso sport più specializzati, come le arti marziali, la scherma o il tennis.
Ogni giorno un po’ di movimento!
Infine, è buona cosa che il bambino pratichi attività motoria non solo nelle ore dedicate allo sport, ma in (quasi) ogni momento della giornata. Come suggerisce anche la Società Italiana di Pediatria con la sua piramide dell’attività fisica e motoria, il movimento fa bene sotto qualsiasi forma.
Quindi ben venga giocare all’aperto, andare a scuola a piedi anziché in automobile, evitare l’uso dell’ascensore e utilizzare le scale, aiutare mamma e papà nei lavori domestici evitando di passare troppo tempo davanti alla televisione o al computer.
Dai Mondiali di Francia allo studio con MyEdu
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