La parola “orchestra” risale all’antica Grecia, dove era usata per indicare l’area del teatro in cui, durante le tragedie, il coro svolgeva i suoi canti e le sue danze.
Fu nel XVII secolo che la parola assunse il significato con cui la utilizziamo ancora oggi. Per orchestra intendiamo infatti, oltre al luogo fisico, anche l’insieme degli strumenti musicali e dei loro esecutori. Le orchestre però non sono tutte uguali: la loro composizione si è evoluta nel tempo e varia in base alle esigenze stilistiche
L’orchestra nel Cinquecento e nel Seicento
I primi raggruppamenti organici di strumenti musicali risalgono al Cinquecento. A quel tempo la musica strumentale veniva eseguita o da uno strumento polifonico, come per esempio un organo o un liuto, oppure da un concerto di strumenti diversi. Questi ultimi variavano in base ai gusti degli esecutori o alla disponibilità del momento, e solo nel Seicento si diffonderà l’uso di precisare, per un’opera, quali strumenti siano necessari per eseguirla.
Verso la metà del XVII secolo si inizia a dare maggiore importanza agli strumenti ad arco. Si afferma la consuetudine di organizzarli in quattro parti: primi violini, secondi violini, viole e violoncelli, a cui in un secondo momento si aggiungono i contrabbassi. Sono poi previsti strumenti a fiato come l’oboe, il fagotto e la tromba. Come strumento a percussione è presente il timpano.
Nasce l’orchestra classica
L’organizzazione orchestrale si stabilizza nel corso del Settecento: è allora che nasce l’orchestra classica. Al gruppo fisso degli archi e agli altri strumenti si aggiungono corni, clarinetti e flauti, a cui vengono assegnate anche parti indipendenti.
Tra il XVIII e il XIX secolo Beethoven rafforzerà poi il ruolo delle percussioni, aumenterà ulteriormente il numero degli strumenti a fiato e ne introdurrà di nuovi, come l’ottavino, il controfagotto e i tromboni.
L’orchestra romantica e il direttore d’orchestra
L’orchestra romantica deriva direttamente da quella classica. Compositori come Berlioz, Wagner e Strauss aumentano enormemente il numero degli esecutori e danno sempre maggiore spazio agli strumenti a fiato, in particolare agli ottoni. Questa maggiore complessità porta alla nascita di una nuova figura, quella del direttore d’orchestra: fino ad allora, infatti, il coordinamento dell’esecuzione spettava al primo violino o al maestro al cembalo.
Nella seconda metà dell’Ottocento è sempre più forte l’influenza di Wagner: sarà lui a introdurre il cosiddetto “golfo mistico”, cioè la buca in cui trova posto l’orchestra durante l’esecuzione degli spettacoli, una soluzione che garantisce un’acustica migliore.
L’orchestra moderna
La grande orchestra moderna è un’evoluzione diretta di quella romantica. È formata dalle sezioni degli archi, dei legni, degli ottoni, dalle percussioni e da alcuni strumenti aggiunti secondo le necessità, come il pianoforte o le arpe.
Con il XX secolo la struttura dell’orchestra si adatta alle sperimentazioni introdotte dai compositori. In particolare sono aumentate le percussioni e, a partire dagli anni Cinquanta, è cresciuto l’uso di strumenti elettronici.
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