Si è riunita a Cracovia, in Polonia, dal 2 al 12 luglio la 41esima sessione della Commissione Unesco che ha valutato e scelto i nuovi Patrimoni dell’Umanità per il 2017.
Quindici nuovi siti sono stati inseriti nell’elenco e tra le nuove località figurano la zona dei canali di Amsterdam, la città imperiale di Thang Long-Hanoi in Vietnam, la zona archeologica di Sarazm in Tagikistan e la città di Albi in Francia. L’Italia anche quest’anno ha due new entry: le opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo e le foreste dei faggi dei Carpazi e altre regioni d’Europa.
Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo
Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo: Stato di Terra – Stato di mare occidentale è il nome sotto il quale sono stati raccolti e raggruppati alcuni dei più rappresentativi sistemi difensivi realizzati dalla Repubblica di Venezia. Progettati dopo la scoperta della polvere da sparo, sono località che si trovano tra l’Italia, la Croazia e il Montenegro.
Per decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale, entrano quindi a far parte del sito Unesco le mura di Bergamo, Palmanova, Peschiera del Garda per l’Italia, Zara e Sebenico per la Croazia, Cattaro per il Montenegro.
Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e altre regioni d’Europa
Sono 10 le faggete italiane che entrano a far parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco sotto la dicitura Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa. Si estendono dalla Toscana alla Calabria e occupano una superficie di oltre 2.000 ettari. Sono le più estese del nuovo sito Unesco, che comprende riserve di faggi secolari di 12 Paesi, dalla Germania alla Croazia, dalla Bulgaria all’Ucraina, fino alla Spagna.
Quasi tutte le faggete italiane fanno parte di parchi naturali, come la riserva di Sasso Fratino o del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna sull’Appennino tosco-romagnolo. In Lazio troviamo invece la faggeta di Monte Cimino e quella del Monte Raschio, nel Parco naturale di Bracciano-Martignano; e poi quelle del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e, in Puglia, quelle del Parco nazionale del Gargano. Tra Basilicata e Calabria c’è infine la Foresta vetusta di faggio di Cozzo Ferriero del Parco nazionale del Pollino, con piante che vantano quattro secoli di esistenza.
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