La scorsa settimana Sergio Magrin, responsabile commerciale di MyEdu e Benedetta Negri, coordinatrice progetti scuole, hanno portato il nostro progetto nella scuola di Amatrice. Ne è risultato un incontro con persone e professionisti eccezionali.
Pubblichiamo il racconto dell’esperienza nell’articolo di Benedetta Negri
17 gennaio, San Benedetto del Tronto, ore 9.00.
La temperatura è mite, nonostante il vento che si sta alzando. Ci mette di buon umore lo stupore di poter uscire in camicia a gennaio e qualche fantasticheria sul cambio di sede lavorativa ci viene naturale pensando alle temperature molto più rigide di Milano che avevamo lasciato solo la sera prima.
In viaggio alla volta di Amatrice
Il tempo di fare pochi chilometri e il vento è diventato violento tanto che al rifornimento di carburante quasi sembrava impossibile aprire la portiera per fare gasolio.
Inizia a piovere e la temperatura scende, ma il sole basso del mattino riesce a raggiungerci passando sotto le nuvole di un cielo che si stava facendo cupo: uno stupendo arcobaleno ci regala il buongiorno.
Penso allo straordinario mistero della natura che oggi ci sta regalando un arcobaleno colorato e che, nello stesso tempo, solo un anno fa, è stata capace di così tanta potenza distruttiva, le cui ferite sono presenti ai miei occhi tanto più ci avviciniamo ad Amatrice. Mentre vedo le case rase al suolo vengo rapita dai pensieri: che cosa posso andare a dire io a persone che magari hanno perso famigliari, amici, alunni?
Come un segno, il cielo si è fatto buio e una pioggia forte ha iniziato a battere sul parabrezza. Il vento è sempre più forte, quasi inquietante il suo sibilo che sferza la macchina.
Veniamo fermati dall’esercito al posto di blocco: senza l’autorizzazione non si può procedere.
Ad Amatrice arrivano due strade: quella che passa nella zona rossa, che stavamo percorrendo, e un’altra, impraticabile perché gli agenti atmosferici ostili hanno sradicato alcune piante che si sono rivolte sulla strada impedendo il passaggio dei mezzi. Sergio, col suo modo affabile e di chi non molla mai, parla con il militare riuscendo a renderlo partecipe della nostra missione: toccato dalla motivazione, lui si prodiga per farci raggiungere da una macchina dei carabinieri che ci scorta nel passaggio attraverso la zona rossa. I miei pensieri sono lo specchio di quello che vedo – congelati dalla devastazione che ferisce i miei occhi e il mio cuore.
Le scuole di Amatrice
Parcheggiamo nel piazzale antistante le scuole prestate dalla regione Trentino, sullo sfondo si intravede la gru: segno dei lavori di ricostruzione della nuova scuola.
Sempre come un segno, sopra la gru si apre uno sprazzo di cielo azzurro da cui filtra una luce chiara: mi conforta. Senza dir nulla io e Sergio ci facciamo coraggio reciprocamente, sdrammatizzando, parlando, cercando di sorridere. Lui, che già era stato ad Amatrice, si presta a far da cicerone.
Andiamo a cercare la nostra referente, ci dicono essere nella segreteria del liceo perché la scuola primaria è chiusa per lavori di messa in sicurezza (essendoci stato un incendio ai quadri elettrici).
Rimango sorpresa nel vedere una donna così giovane e sorridente nonostante le difficoltà che sta affrontando con il ruolo di Vice Preside.
Ci presenta al tecnico per farci fare le dovute verifiche degli strumenti che avremmo dovuto utilizzare. è un signore semplice e affabile, estremamente gentile e così intuitivo che inizia a navigare su MyEdu autonomamente.
Arrivano i primi insegnanti: “E’ difficile lavorare in queste condizioni”, li sentiamo commentare. Caspita se è difficile! Li guardiamo con ammirazione e rispetto.
Entrano in aula tutti sorridenti, salutano tutti con un “buona sera” nonostante siano solo le due del pomeriggio: il cielo si è fatto di nuovo cupo e noi abbiamo chiuso le tapparelle per migliorare la visualizzazione della web tv a nostra disposizione. Sergio scherza sul “buona sera”. Io ascolto il rumore delle tapparelle sbattute dal vento.
La forza straordinaria visibile negli occhi di quegli insegnanti ci infonde la serenità di condurre il seminario di formazione come fosse la cosa più naturale del mondo: ridiamo, lavoriamo, ci esercitiamo insieme.
La professoressa Marinelli a un certo punto ci interrompe, tira su la tapparella e … la sorpresa: sta nevicando!
Ancora come un segno, in un’unica giornata siamo passati dai 19 gradi del mattino alla neve delle 16.30! Straordinario mistero della natura.
Dovendo tornare noi a Milano e le insegnanti alle loro abitazioni, chiudiamo i lavori.
Ringraziano tutti. Più e più volte ci salutiamo.
Vediamo i loro sorrisi allegri che ci commuovono: siamo onorati di aver fatto parte di quell’incontro con persone quotidianamente eroiche. Ci hanno fatto sentire “a casa” in un luogo dove di case non ne è rimasta in piedi intera forse nemmeno una.
Ringrazio di cuore Maria Teresa, Marina, Emilia, Chiara, Maria, Monica, Mariapia, Sara, Giuseppina, Valentina, Serena, Monica, Paola, Alessandra, Maddalena, Salvatore, Maria, Lucia, Andrea, Ilaria, Carlo, Barbara.
Non solo insegnanti, ma maestri di Vita.
Benedetta