Il nuovo anno scolastico è appena cominciato e con esso le ansie dei genitori si sono ripresentate puntuali. “Oddio, e se mio figlio non va bene a scuola?” “E se prende una nota?” “E se arriva in ritardo?”.
Essere genitori non è certo facile, ma essere genitori non ansiosi è ancora più difficile. Anche perché l’apprensione di mamma e papà viene spesso percepita dai figli in maniera negativa.
Come dobbiamo comportarci allora?
Ce lo dice Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore di numerosi libri dedicati all’educazione dei ragazzi, che proprio in occasione dell’inizio della scuola ha scritto una lettera aperta ai genitori1, mettendosi nei panni di un bambino che incomincia la scuola primaria. Ecco qualche consiglio.
Io non sono i voti che prendo
Cosa potrebbe dire un bambino ai propri genitori, emozionati per l’inizio di questa nuova fase della sua vita?
“Io non sono i voti che prendo” è la sua prima affermazione, la più importante. Prendere un brutto voto non è la fine del mondo. A un brutto voto si rimedia e non è necessario farne ogni volta una questione di stato. Forgiare studenti “primi della classe” non è l’obiettivo della scuola.
Si va a scuola per imparare, e imparare significa anche sbagliare e comprendere i propri errori.
Quindi niente tragedie davanti a note e insufficienze! E soprattutto niente confronti con gli altri compagni. Ogni bambino o ogni bambina è speciale e non lo è più o meno a seconda che prenda un 7 oppure un 5.
È semplicemente unico o unica.
Rallentiamo, per favore
Alzarsi presto la mattina non è facile per nessuno. Tanto più se si è subito presi nel vortice dei mille preparativi necessari: la colazione, i denti da lavare, la cartella da preparare, la sacca della palestra da non dimenticare… Il tutto spesso senza ricevere nemmeno un sorriso o una carezza da parte di mamma e papà.
I cellulari che squillano di prima mattina, il sottofondo della televisione, l’urlo “È tardi!” che riecheggia più e più volte generano ansia e stress, nei più grandi come nei più piccoli, che rischiano di somatizzare tutto ciò con il manifestarsi di mal di pancia o altri disturbi.
Forse è meglio rallentare il passo allora, sfoggiare il sorriso migliore e fare anche due chiacchere. Alleggerire il tono della mattina aiuterà tutti ad affrontare la giornata con più serenità.
Forse è meglio rallentare allora, sfoggiare il sorriso migliore e prendersi il tempo per fare anche due chiacchiere. Alleggerire il tono della mattina aiuterà tutti ad affrontare la giornata con più serenità.
Vado, mai poi torno
Con lo stesso stato d’animo, “alleggeriamo” anche i saluti. I bambini che vanno a scuola non partono per la guerra, non staranno via per sempre e tantomeno voi li state abbandonando.
Basta una carezza, un bacino sulla guancia, un ciao e poi si va, senza abbracci che durano mezz’ora, saluti da lontano e ancora baci e saluti e saluti e baci.
Più tardi, a casa, ci si ritroverà tutti e sarà bello raccontarsi vicendevolmente come è andata la giornata.
1Fonte: Lettera ai genitori in occasione del primo giorno di scuola di Alberto Pellai