Questo mese nel Salotto di MyEdu ospitiamo Miranda Monticelli, docente in pensione che da tanti anni aiuta studenti stranieri ad apprendere meglio la lingua italiana, autrice per MyEdu del corso “A come accogliere – Italiano visuale per tutti“.
La conoscenza dell’italiano per gli studenti stranieri è alla base del processo di inclusione per tutti coloro che hanno difficoltà linguistiche. Capire, sapersi esprimere e avere un buon vocabolario da utilizzare in tutte le situazioni di vita quotidiana, è l’unico modo per potersi inserire in modo attivo in un contesto diverso da quello di provenienza.
Partiamo dallo stato dell’arte: secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione nel 2019, su oltre 8 milioni e mezzo di studenti nelle scuole italiane circa il 10 %, pari a 860.000 ragazzi hanno cittadinanza non italiana.
Di questi, 313.000 frequentano la scuola primaria e 180.000 la secondaria di primo grado. Se entriamo nel dettaglio possiamo anche notare come il 60% sia rappresentato da stranieri di seconda generazione, ovvero ragazzi nati in Italia da genitori stranieri.
Come dicevamo, la piena competenza linguista è il primo passo verso l’inclusione e proprio da questo presupposto è partita l’esperienza di Miranda Monticelli, ex docente delle scuole primarie che ha avuto l’opportunità di insegnare anche a tanti studenti stranieri.
Conosciamo Miranda Monticelli
In particolare nel periodo post-pensionamento, Miranda si è dedicata ad un’iniziativa locale molto interessante promossa dal Centro Italiano Femminile di Legnano, ridente cittadina della provincia di Milano. A partire dall’anno scolastico 2004/2005 il CIF comunale di Legnano ha promosso il progetto “Anch’io sto bene in Italia” per far fronte alla situazione di emergenza che iniziava a crearsi con l’arrivo sempre più frequente di bambini stranieri che non conoscevano la lingua.
La vocazione all’insegnamento non va mai in pensione e così Miranda ha deciso di mettere il suo tempo e la sua esperienza a disposizione di questo progetto, supportando gli alunni stranieri della scuola media Giacomo Leopardi di San Vittore Olona nell’apprendimento della lingua italiana.
Secondo lei Miranda, come ci si deve approcciare all’insegnamento della lingua italiana ai bambini stranieri?
Se facciamo riferimento ai volontari che collaborano nella scuola, è necessario che siano persone preparate che hanno maturato esperienze in ambito didattico-educativo. Gli insegnanti con la qualifica di facilitatori linguistici spesso e volentieri rappresentano figure di riferimento importanti, sanno essere educatori pronti a supportare bambini e ragazzi che a volte hanno anche una storia problematica alle spalle. Inoltre questi docenti, affiancando gli insegnanti di classe, mettono in atto interventi individualizzati per ogni singolo alunno straniero. Sicuramente questo tipo di approccio può essere efficace per cercare di affrontare le diverse esigenze specifiche degli studenti, con l’obiettivo finale di farli crescere sia dal punto di vista didattico che come persone parte di una nuova società.
Quando si parla di persone e di rapporti non si possono lasciare da parte le emozioni: qual è stata l’esperienza che ricordi con più affetto?
La mia esperienza più significativa risale a dieci anni fa quando mi è stato affidato l’incarico di supportare un nuovo alunno nigeriano di nome Eghosa arrivato nella classe della professoressa Marinella Ranzini. Eghosa si trovava in Italia da poche settimane e comunicava solo in inglese. Mi ricordo che è stato fondamentale realizzare per lui un percorso ad hoc di alfabetizzazione di integrazione. I sussidi di cui disponevamo erano adatti a bambini della scuola primaria e non rispondevano ai bisogni e agli interessi di un adolescente, e quindi ho cominciato a produrre in autonomia il materiale didattico adatto al suo apprendimento della lingua.
Tutto il materiale raccolto, selezionato e ordinato secondo un piano didattico sperimentato in concreto, ha dato vita poi a tre quaderni operativi: una micro antologia e due testi di grammatica. La professoressa Marinella Ranzini, prima fra tutti, ha creduto nel progetto e a questo si è dedicata con passione fino all’ultimo. Parecchie altre persone hanno apprezzato la nostra idea e hanno contribuito a renderla concreta: in primis il CIF di Legnano, che da subito aveva condiviso i nostri obiettivi, ha pubblicato i testi e li ha fatti conoscere nelle scuole sul nostro territorio.
Partendo da questi contenuti, MyEdu ha poi voluto sviluppare un corso online di italiano per studenti stranieri, inserito nel portale MyEdu dove i contenuti della mia antologia sono stati elaborati e riadattati per creare un nuovo percorso didattico interamente digitale, caratterizzato da attività interattive, schede pdf scaricabili e letture da fare sul tablet o al PC.
Sono convinta che questa rielaborazione del mio corso possa essere molto utile per i ragazzi, ma soprattutto molto stimolante per il contesto attuale in cui viviamo. Infatti molti studenti delle primarie e delle secondarie hanno ormai tanta confidenza con gli strumenti digitali. In aggiunta, sono maggiormente stimolati da contenuti online multimediali e interattivi, che gli permettono di imparare una nuova lingua o una nuova materia con un metodo semplice e divertente.
Ci parli di come avete strutturato i contenuti del corso di italiano per studenti stranieri?
Abbiamo pensato di trattare grandi temi centrati sulla persona e sui suoi bisogni fondamentali: la conoscenza di sé e degli altri, l’ambiente e il tempo in senso lato.
I testi inclusi nel percorso sono prevalentemente di tipo descrittivo e narrativo, utili alla percezione dei luoghi e delle situazioni che ci circondano, attraverso l’osservazione di persone, oggetti e relazioni. La micro antologia è anche composta da tanti esercizi, graduati nelle difficoltà, che hanno l’obiettivo di migliorare progressivamente le competenze degli alunni. Infine, le numerose immagini sono utilizzate come strumenti di pre-reading (quindi si osservano le illustrazioni, si discutono insieme, si acquisiscono informazioni circa l’argomento trattato) oppure come contenuti di confronto interdisciplinare.
Quali sono gli altri elementi fondamentali da mettere in campo quando si approccia uno studente straniero?
Sicuramente, se l’alunno è incoraggiato e valorizzato dall’insegnante, a poco a poco le sue paure iniziali si annullano e il suo impegno nell’apprendimento della lingua si nota concretamente.
È quindi di fondamentale importanza la buona relazione che si crea tra le parti e l’utilizzo di strumenti didattici specifici, utili ad integrare le semplici lezioni con contenuti di valore che risultano poi molto efficaci.
Ogni storia legata ad un nuovo alunno è unica e particolare con le rispettive problematiche da affrontare, ma probabilmente se ripenso ai numerosi bambini e ragazzi stranieri che noi volontarie abbiamo seguito negli anni, emerge un aspetto comune a tutti: la necessità di sentirsi accolti e inclusi, il desiderio di conoscere e il piacere di imparare.