Tema sempre più discusso, ma ancora poco noto. Parliamo di Intelligenza Artificiale, o AI, acronimo inglese per Artificial Intelligence. Ma cos’è davvero? Come funziona? Che effetti avrà nella società? Scopriamolo insieme in questo articolo del blog di MyEdu.
Intelligenza Artificiale: cos’è davvero
L’Intelligenza Artificiale rappresenta l’insieme di varie tecnologie che permettono a un computer digitale, a una macchina o a un robot di eseguire compiti o attività comunemente associati a esseri intelligenti, come la capacità di vedere, muoversi, analizzare, generalizzare, imparando dalle esperienze passate, sia in maniera autonoma sia collaborando con altre machine o esseri umani.
Non esiste definizione univoca di Intelligenza Artificiale.
La Comunità Europea definisce l’Intelligenza Artificiale in questo modo:
“La AI, l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività”.
Intelligenza Artificiale: come funziona
L’Intelligenza Artificiale permette ai sistemi di capire l’ambiente esterno, valutare le percezioni e risolvere problemi semplici o complessi, e agire verso un obiettivo specifico: raccoglie dati, anche attraverso sensori di qualsiasi tipo (video, audio o altro), li processa e fornisce un’elaborazione dei dati finalizzati ad una risposta al problema. Questo processo è accompagnato dalla capacità di adattare il proprio comportamento in base agli effetti delle azioni precedenti, in totale autonomia: un processo che simula l’apprendimento umano.
Non dobbiamo però dimenticare che l’AI si basa sul processamento di dati, tantissimi dati, che grazie alla loro numerosità e alla velocità di elaborazione permettono la creazione di collegamenti, statistiche, algoritmi e relazioni tra i dati, permettendo la formulazione di ipotesi statistiche, e quindi risposte ai problemi.
Il suo funzionamento non è come quello del cervello umano, in cui l’apprendimento è generato da un’interazione tra processi biologici (neuroni, emozioni, sensi) e ambientali (ambiente, società), ma ne simula gli effetti.
Negli ultimi anni questi sistemi si sono evoluti, ed è nata l’intelligenza artificiale generativa: alla base di strumenti come Chat GPT o Gemini di Google, che prevedono l’utilizzo dell’IA per la creazione di nuovi contenuti, come testo, immagini, musica, audio e video: strumenti che stanno rivoluzionando il mondo dei contenuti e dell’informazione.
Impatto sull’economia
L’ Intelligenza Artificiale non rappresenta solo una rivoluzione tecnologica e digitale: ha enormi impatti sulla società e su tutti i sistemi economici, inoltre ha un ruolo sempre più importante nelle nostre vite e nella nostra economia.
Rappresenta un motore di produttività e crescita economica, perché permette da una parte di incrementare l’efficienza dell’intero sistema di produzione, dall’altra migliora il processo decisionale attraverso la velocità di analisi di enormi quantità di dati, altrimenti impossibili da interpretare in tempi accettabili per il mercato.
Può anche generare o migliorare la creazione di nuovi prodotti e servizi.
Sempre più studi sottolineano l’impatto economico proveniente dall’AI: una ricerca della società internazionale di consulenza Accenture stima che nel 2035 l’IA potrebbe raddoppiare i tassi di crescita economica globale annuale, e rappresenta uno dei maggiori fattori di crescita economica in quasi tutti i settori.
La trasformazione dei settori lavorativi
Come può l’Intelligenza Artificiale influenzare i settori lavorativi? Per prima cosa può permettere l’individuazione di nuovi ambiti di crescita rivoluzionando i processi lavorativi, migliorando l’esperienza sia dei lavoratori che dei consumatori. Inoltre potrà migliorare la produttività sul lavoro, compiendo attività di vario tipo: da quelle fisiche (pensiamo all’uso dei robot intelligenti nell’automazione industriale) o di servizio (pensiamo alle chatbot dei servizi clienti). In particolare ci sono alcuni ambiti in cui l’Intelligenza Artificiale può avere un impatto sulla crescita economica dei paesi:
- Potenziamento del lavoro e degli investimenti: il lavoro e le strutture esistenti potranno essere utilizzati per attività a maggiore valore aggiunto e che creano maggiore crescita economica. I lavoratori potranno dedicarsi ad attività più umane e creative, come immaginare, creare e innovare processi e prodotti.
- Automazione intelligente: le attività anche complesse e che richiedono adattabilità e agilità possono essere automatizzate.
- Diffusione dell’innovazione: la AI ha la capacità di diffondere velocemente innovazione, impattando positivamente su diversi settori.
Infatti la AI avrà un impatto differenziale su molti settori: secondo un recente studio di EY/Sanoma Italia in Italia, l’impatto dell’AI genererà dei profondi cambiamenti nella domanda di lavoro che aumenterà in 9 settori su 23: tra questi alcuni settori tecnologicamente maturi come le telecomunicazioni, i servizi per le strutture pubbliche o il settore chimico, oppure settori legati alla trasformazione dei servizi e delle competenze (servizi di cura, servizi di educazione, formazione e lavoro). Invece la domanda di lavoro aggregata diminuirà in settori come banche e assicurazioni, che hanno da tempo intrapreso un percorso di evoluzione, grazie al progressivo aumento dell’uso delle tecnologie dei dati, come il machine learning.
La crescita della domanda legata all’IA riguarderà invece profili molto eterogenei: ingegneri e fisici (+7%), analisti di mercato, psicologi del lavoro e specialisti della formazione (+3%). Crescerà la domanda di profili ad alto contenuto creativo (architetti, progettisti, pianificatori), ma anche le professioni legate al marketing e alle vendite (+5%). L’impatto dell’IA sulla riorganizzazione dei processi e dei modelli lavorativi sarà evidente nella crescita della domanda di professioni manageriali e di tecnici altamente qualificati.
Implicazioni etiche
L’Intelligenza Artificiale sta già influenzando le nostre vite: riconoscimento facciale, automobili semi-automatiche o autonome come i taxi senza guidatore già circolanti ad esempio a San Francisco o i dispositivi che rispondono ai comandi vocali. Tutti questi esempi ci mostrano che l’AI è già ampiamente diffusa ed è in grado di interagire con le persone e con l’ambiente circostante: può registrare suoni, catalogare immagini, connettersi a un wi-fi e collegarsi in rete con altre macchine. E tutto questo presuppone che anche gli aspetti etici sull’utilizzo di tutti questi dati debbano essere valutati attentamente e regolamentati in modo opportuno.
Decisioni automatizzate e responsabilità umana
Pensiamo alla profilazione degli utenti, alle loro preferenze, alla memorizzazione di dati sensibili come quelli legati alla salute o ad aspetti legali.
Informazioni che saranno sempre più utilizzate attraverso algoritmi, e di conseguenza decisioni legate sempre più a macchine e modelli statistici, che restituiranno in qualche caso anche punteggi e predizioni: tradotti in giudizi capaci di cambiare la vita delle persone.
La macchina segue delle analisi e dei calcoli sulla base di dati di cui si è precedentemente nutrita, dati forniti da altre macchine o da programmatori umani: recenti studi hanno dimostrato che anche gli algoritmi possono avere dei pregiudizi (di genere ad esempio): si parla infatti di discriminazione algoritmica.
Anche per questo motivo l’utilizzo di algoritmi affidabili è un’esigenza e una preoccupazione crescente, al fine di evitare discriminazioni o manipolazioni dell’informazione. Pensiamo ad esempio al sempre più diffuso fenomeno delle deepfake, contenuti come video, audio e immagini, ma falsi o manipolati.
Le implicazioni del fenomeno deepfake è di enorme gravità in quanto ad essere potenzialmente manipolata può essere tutta l’opinione pubblica. Per affrontare il problema serve certamente un’efficace regolamentazione (l’Europa in tal senso è stata la prima a varare un AI ACT), ma soprattutto è necessario educare le persone a un maggiore senso critico e a una capacità di analizzare e ricercare le fonti delle informazioni.
Competenze di cui chi si occupa di istruzione e formazione dei ragazzi dovrà obbligatoriamente tenere conto.
L’evoluzione dell’IA nella società
Dove interagiamo con l’AI nella vita di tutti i giorni? Spesso non ce ne accorgiamo, ma ecco qualche esempio:
- facendo shopping online i suggerimenti di acquisto o le pubblicità online sono basati sull’elaborazione dati dell’AI;
- quando utilizziamo Google per una ricerca o per una traduzione;
- quando utilizziamo assistenti digitali personali e pronunciamo comandi vocali, da “Ehi Siri!” a “Ciao Alexa”;
- quando guidiamo auto con alcune funzioni di sicurezza, come sensori che individuano situazioni pericolose o riconoscono la luminosità esterna.
Prospettive future e sviluppi attuali
E in futuro? L’intelligenza artificiale potrà trasformare praticamente tutti gli aspetti della nostra vita.
Durante i nostri viaggi l’AI monitorerà la sicurezza e l’efficienza dei trasporti, non solo della nostra auto, ma anche di treni e aerei.
Nel campo della salute pubblica permetterà l’analisi più rapida dei sintomi dei pazienti e la gestione più efficiente degli ospedali. In Italia è già attiva una sperimentazione in tal senso all’ospedale Humanitas di Milano e nello stato della California esiste già un sistema sanitario privato gestito al 100% dall’AI.
Può migliorare la produttività nelle industrie attraverso l’automazione o anche ottimizzare la produzione agricola, ad esempio i robot possono essere usati per rimuovere le erbacce infestanti, riducendo così l’uso di diserbanti.
Intelligenza Artificiale ed educazione
Come abbiamo visto gli impatti saranno globali: una sfida e un’opportunità che dovremo gestire da protagonisti. Per farlo serviranno conoscenze e competenze specifiche. Il nuovo mercato del lavoro necessiterà di nuove professioni e di nuove competenze, a cui il sistema dell’istruzione dovrà fare fronte. Il mondo della formazione sarà quindi soggetto a due importanti effetti dell’AI: da una parte un impatto sui contenuti legati all’istruzione, che dovranno tenere conto delle nuove professioni e delle nuove competenze necessarie per il mondo del lavoro, ma bisognerà anche essere consapevoli delle potenzialità (e dei rischi) dell’AI; dall’altra, il sistema scolastico dovrà tenere conto delle nuove tecnologie disponibili per migliorare l’apprendimento, e per gestire in modo più efficace le singolarità di ogni studente.
L’intelligenza artificiale rappresenta infatti uno strumento potentissimo per migliorare alcune attività didattiche e alcuni processi di apprendimento. Per approfondire questo tema vi invitiamo a leggere l’articolo “Intelligenza Artificiale nell’istruzione: Problemi, soluzioni, sfide e opportunità” pubblicato nel blog di MyEdu.