Il 18 maggio si celebra la Giornata Mondiale dei Musei e molti musei la festeggiano con un ricco calendario di eventi destinati a grandi e piccini. Tra sussidi didattici, diorami, scheletri di dinosauri, mummie, vasi e oggetti di ogni tipo, i musei sono ormai parte integrante delle città di tutto il mondo. Ma non è stato sempre così: nell’antichità infatti non esistevano musei e in altre epoche erano luoghi privati, a cui non tutti avevano accesso. Il museo come istituzione, infatti, ha una sua storia. Scopriamola insieme!
Il Museo di Alessandria
La parola “museo” deriva dal greco mouséion, cioè “luogo dedicato alle Muse”, le divinità protettrici delle arti, figlie di Zeus, re degli dèi, e Mnemosine, la dea della memoria. Nell’antichità era il luogo in cui i sapienti si incontravano per discutere.
Alla fine del IV secolo a.C. il faraone Tolomeo Filadelfo fece costruire ad Alessandria d’Egitto un grande edificio che chiamò proprio Museo. Il museo di Alessandria conteneva una grande biblioteca, un osservatorio astronomico e strumenti di ricerca e materiali per studiosi e artisti.
Prima della costruzione del Museo di Alessandria non esistevano veri e propri musei. Possiamo considerare in qualche modo dei musei le piramidi, le ziggurat e le tombe etrusche, nelle quali si raccoglievano oggetti preziosi e suppellettili, e i templi delle città greche, dove affluivano tesori offerti alle divinità, ma lo scopo di queste raccolte era ben diverso da quello dei musei: gli oggetti raccolti infatti erano destinati a fare compagnia ai defunti, o a ingraziarsi la benevolenza degli dèi. Fu piuttosto in epoca romana che si iniziò a raccogliere oggetti per godere della loro bellezza con l’esplosione di un vero e proprio gusto per il collezionismo di opere d’arte, proveniente dai ricchi bottini di guerra delle campagne militari.
Durante il Medioevo sono invece le chiese a fungere da “museo”: nelle cattedrali e nei conventi è infatti notevole la concentrazione di opere d’arte, che spesso, durante le guerre, vengono distrutte o trafugate.
Il collezionismo privato
Con l’Umanesimo rinasce la passione per l’arte antica: nelle corti del Quattrocento si formano grandi collezioni di opere d’arte.
Tra il Cinquecento e il Seicento si diffonde anche un genere di collezionismo cosiddetto “scientifico” che raccoglie cioè strumenti, animali imbalsamati, reperti anatomici animali e umani conservati sotto spirito: possiamo considerare queste raccolte i primi esempi di musei della scienza e della tecnica o di storia naturale. Caratteristiche di questo periodo sono anche le “stanze delle meraviglie”: collezioni private di mirabilia, cioè cose meravigliose e stupefacenti. Queste stanze sono diffuse soprattutto nei paesi di area tedesca e contengono oggetti rari e particolari, come coralli, fossili o automi, degli oggetti meccanici che si muovono da soli.
La nascita del museo moderno
Nel Settecento è d’uso che i gentiluomini e le gentildonne compiano lunghi viaggi all’estero a scopo di conoscenza, i cosiddetti grand tour. In questa occasione in molti fanno visita alle collezioni più celebri. Cresce così la consapevolezza dell’importanza di queste raccolte per l’educazione e la conoscenza delle scienze e delle arti.
Nascono in questo periodo i primi musei pubblici: il British Museum di Londra, inaugurato nel 1753, e la Galleria degli Uffizi, donata al popolo di Firenze da Anna Maria Luisa de’ Medici nel 1737. In Italia nel Settecento vengono inaugurati anche i Musei Capitolini e il Museo Pio Clementino a Roma.
Il vero museo moderno nasce però con la Rivoluzione Francese e con l’idea che tutti gli uomini, senza distinzione alcuna di censo o di classe, abbiano il diritto di ammirare i capolavori dell’arte. Le collezioni dei re e dei nobili vengono quindi confiscate e dichiarate proprietà del popolo. Con questo spirito nasce nel 1793 a Parigi il Museo del Louvre, in quella che era la residenza in città del re di Francia. Le opere d’arte custodite in un museo pubblico sono patrimonio di tutti: la loro conservazione è un compito importantissimo, perché è proprio l’istituzione culturale del museo che rende possibile la diffusione della cultura dell’arte a un numero esteso di persone.
Il senso dei musei
Al giorno d’oggi i musei sono istituzioni presenti in quasi tutte le città del mondo. Alcuni musei sono vere e proprie opere d’arte essi stessi, edifici spettacolari progettati appositamente da architetti di fama mondiale, come il Museo Guggenheim di New York, ideato dall’americano Frank Lloyd Wright, o il Centre Pompidou di Parigi, creato da Renzo Piano e Richard Rogers.
Ma qual è oggi lo scopo e la funzione dei musei?
Compito dei musei è innanzitutto la conservazione degli oggetti e delle opere d’arte e la loro cura attraverso il restauro o altri tipi di intervento. All’interno dei musei ci sono anche persone esperte di varie materie che studiano gli oggetti o le opere d’arte in esso conservati. La missione dei musei è prò ancora più alta: diffondere le conoscenze attraverso l’organizzazione di mostre, visite guidate e conferenze.
Diversi tipi di museo
Di musei ce ne sono tanti, tutti diversi. Il museo archeologico raccoglie reperti d’arte antica, mentre la pinacoteca soltanto opere di pittura di varie epoche; il museo d’arte moderna conserva opere di artisti dell’Ottocento e del Novecento, mentre quello d’arte contemporanea si limita a quelle del Novecento.
Il museo monografico documenta l’evoluzione artistica di un singolo autore o illustra lo sviluppo di un tema specifico, mentre il museo d’arte raccoglie testimonianze artistiche diverse risalenti a varie epoche, esposte generalmente in ordine cronologico, ma spesso suddivise anche per scuole artistiche.
Il museo etnografico custodisce testimonianze relative alla civiltà dei popoli, mentre nei musei della scienza e della tecnica sono esposti strumenti e documenti che illustrano l’evoluzione tecnica e scientifica dell’umanità. Infine nei musei di storia naturale si trovano fossili, minerali e ricostruzioni (diorami) dei diversi ambienti naturali presenti sul pianeta.
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