Quali sono i problemi in adolescenza più comuni? L’adolescenza è un periodo cruciale in cui si strutturano i comportamenti sociali ed emotivi che costituiscono la base dell’equilibrio emotivo e del benessere personale. È un periodo in cui corpo e cervello subiscono cambiamenti importanti, e dove l’individuo deve gestire nuove pulsioni e sensazioni.
Lo sviluppo del sistema endocrino e dell’ultima parte del cervello, quella frontale, che una volta formata porterà ad essere ponderati e analitici nelle decisioni, spiegano cosa accade dal punto di vista neurofisiologico: ma è il contesto sociale, familiare ed emotivo che rende il periodo dell’adolescenza uno tsunami, gestibile solo con la disponibilità di ambienti protettivi e supportivi in famiglia, a scuola e più in generale nella comunità.
I principali problemi in adolescenza oggi
Secondo una ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale, tra i 10 ed i 19 anni:
- un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale
- depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le principali cause di malattia e disabilità negli adolescenti
- il suicidio è la quarta causa di morte nei giovani tra i 15 e 19 anni
- le conseguenze di un mancato trattamento dei problemi di salute mentale in adolescenza possono compromettere il benessere mentale in età adulta
L’adolescenza è quindi un momento delicato che impatta anche sui genitori e sull’intera famiglia. Ma capiamo meglio da dove nasce il disagio di ragazzi e ragazze.
Il disagio adolescenziale
Il disagio adolescenziale è una condizione diffusa e può essere espressa in molti modi, in relazione alle caratteristiche di personalità e ai diversi contesti sociali, scolastici e familiari. Ci sono le forme di disagio interiore: come depressione, ansia, disturbi alimentari come bulimia e anoressia, dipendenza da internet o allontanamento dalla società. All’estremo opposto vi sono le forme di disagio esternalizzato: autolesionismo, comportamenti aggressivi nei contesti familiari, scolastici e sociali, abbandono scolastico, reati, disturbi della condotta, abuso di alcol o di droga, attività estreme alla ricerca di sensazioni forti.
Nel corso dell’adolescenza infatti possono essere molti gli eventi stressanti:
- difficoltà scolastiche con conseguente sensazione di incapacità o inadeguatezza
- non accettazione di disturbi specifici dell’apprendimento
- pensieri e sentimenti negativi su se stessi anche derivanti da un calo dell’autostima
- senso di solitudine ed eccessivo isolamento
- cambiamenti improvvisi nel proprio corpo
- difficoltà di relazione con altri ragazzi o ragazze
- separazione dei genitori o problematiche in famiglia
- malattie croniche o eventi traumatici, come lutti o incidenti
- atti di bullismo o cyberbullismo
- cambiamento di scuola
- aspettative genitoriali eccessivamente elevate
- problemi economici in casa
Ognuno di questi cambiamenti ha impatti sull’adolescente: quali e a che livello dipenderà da come li affronterà e come concorreranno tra di loro: e certamente da come le famiglie reagiranno davanti a un cambiamento, a volte poco gradevole, di quello che fino a pochi mesi prima era il loro “bambino” o la loro “bambina”. Ma quali sono le principali e a volte drammatiche situazioni che una famiglia potrebbe dovere affrontare?
Isolamento sociale e solitudine
HIKIKOMORI E RITIRO SOCIALE
Il fenomeno degli Hikikomori, nato in Giappone negli anni ‘90, riguarda ragazzi maschi dai 14 ai 30 anni che decidono di ritirarsi dalla società. Il termine “Hikikomori” significa “stare in disparte” ed è usato in gergo per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da pochi mesi fino a diversi anni), chiudendosi in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo. Il fenomeno ha assunto proporzioni drammatiche anche in Italia. Secondo Hikikomori Italia, attualmente i casi nel mondo sono milioni: di questi, centomila sono i giovani Hikikomori in Italia. Questi ragazzi tendono a stare in casa tutto il giorno, oppure uscire solo quando sono sicuri di non incontrare conoscenti.
Gli Hikikomori mantengono le relazioni esterne al minimo e gli unici contatti avvengono tramite il web. Non vanno a scuola, non lavorano, vedono e osservano il mondo solo da spettatori esterni. Si tratta di ragazzi da supportare con l’aiuto di professionisti, psicologi o neuropsichiatri specializzati. Un team eccezionale ed esperto su questo tema è il Minotauro di Milano.
In rete si possono trovare anche soluzioni interessanti per affrontare questo fenomeno. Si tratta di HIKI: An Exit-Sential Adventure, un videogioco in cui il giocatore può essere H, un giovane Hikikomori che va alla scoperta di un mondo sconosciuto alla ricerca della famiglia scomparsa, affrontando temi come isolamento sociale, disagio mentale o l’emarginazione.
Pressione scolastica e aspettative future
È un dato oramai appurato che la pressione scolastica sta causando ansia e stress tra gli studenti italiani.
Secondo un sondaggio realizzato presso il liceo linguistico Manzoni di Milano, il 70% degli studenti ha dichiarato che la scuola produce in loro crisi di ansia, stress e altre patologie psicologiche.
L’aumento della competitività in classe e la pressione familiare verso il risultato, genera negli adolescenti già fragili e con una bassa autostima, uno stato d’ansia, che può tradursi anche in violenza.
Per evitare di arrivare troppo tardi a dare supporto a questi ragazzi, diventa fondamentale aiutare gli studenti a scegliere la scuola più adatta, che risponda alle caratteristiche personali e di apprendimento del singolo studente, e non diventi un moltiplicatore di stress e di sensazione di inadeguatezza.
Anche il dover scegliere la scuola superiore più adatta alle proprie capacità potrebbe diventare una sfida per gli adolescenti. Attività con tutor orientatori o strumenti digitali come MyOriento di MyEdu, possono essere un supporto nel momento della scelta della futura carriera scolastica.
Cyberbullismo e sicurezza online
Secondo i dati della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children – HBSC Italia 2022, che è lo strumento ufficiale del Ministero della Salute per la misurazione del fenomeno, gli atti di bullismo subìti a scuola sono più frequenti nei più piccoli (11 – 13 anni) e nelle ragazze, con percentuali simili a quelle del 2017/18. Il cyberbullismo è invece in crescita tra le ragazze e i ragazzi di 11 e 13 anni. I due fenomeni decrescono al crescere dell’età.
Gli undicenni vittime di bullismo sono il 18,9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
Il fenomeno ha origine prevalentemente in ambito scolastico e rappresenta una delle cause dell’abbandono scolastico.
Il bullismo può generare anche problemi di salute nel periodo adolescenziale che includono disturbi d’ansia e dell’umore, ma è anche associato a un maggior rischio di soffrire di disturbi correlati ad abuso di alcool e droghe. Cambiamenti nell’umore e anche nelle abitudini possono essere segnali di allarme da non trascurare.
A supporto di ragazze e ragazzi sono stati attivati strumenti innovativi, come la app Convy School (www.convyschool.com) che permette di chattare in forma anonima in merito a episodi di bullismo o cyberbullismo vissute o a cui si è assistito.
Problemi in adolescenza di autostima e identità
Avere un buon livello di autostima è un aspetto fondamentale per lo sviluppo dei giovani, proprio perché in questo periodo dello sviluppo si forma l’identità dell’individuo. I ragazzi iniziano a pensare a chi sono, cosa pensano gli altri di loro e cosa possono aspettarsi dal loro futuro.
Cercano l’appartenenza e l’accettazione da parte del gruppo, ma allo stesso tempo vogliono differenziarsi e costruire un’identità personale. In questo processo l’autostima e la percezione di sé sono fondamentali.
Chi ha bassa autostima può mostrare scarsa fiducia in se stesso e nelle proprie capacità. Un giovane con bassa autostima potrebbe per questo ottenere risultati peggiori a scuola e potrebbe pensare che i suoi sforzi non saranno ricompensati. Addirittura la bassa autostima può generare veri e propri “blocchi emotivi” durante interrogazioni o attività scolastiche, come il mutismo all’interrogazione o il “foglio bianco” nel compito in classe, nonostante la buona preparazione e lo studio. Nella maggior parte degli adolescenti la bassa autostima provoca un malessere emotivo che può portare anche a depressione, ansia o dipendenza.
Durante l’adolescenza i social media diventano degli amplificatori della percezione di sé, aumentando e contribuendo a peggiorare una già bassa autostima, innescando spesso anche sentimenti negativi.
Fenomeni come cyberbullismo o body shaming, cioè il bullismo in merito all’aspetto fisico o all’immagine, possono peggiorare una situazione già critica.
Come la tecnologia aiuta ad affrontare specifici problemi in adolescenza
Se da una parte la tecnologia, ha contribuito a creare il problema, attraverso la tecnologia si può cercare di risolverlo: per i ragazzi sono disponibili strumenti come Grow UP, un’app che aiuta i ragazzi a misurare a valutare la propria autostima.
E I GENITORI?
I genitori possono invece fare riferimento a strumenti come MyEdu Coaching, il portale di MyEdu che offre supporto per un percorso di consapevolezza della propria identità e di quella dei propri figli, delle loro attitudini e della loro personalità con un focus sui problemi in adolescenza.
L’aumento vertiginoso del disagio adolescenziale rende necessario un vero e proprio processo informativo e formativo per studenti e famiglie.
Riconoscere immediatamente i segnali del disagio, in tutte le sue sfumature, permetterà di intervenire agli stadi iniziali del problema, evitando situazioni di difficilissima gestione.
Potrebbe essere quindi utile informarsi attraverso canali certificati, come associazioni di psicologi (il Minotauro di Milano), attraverso la scuola stessa o con strumenti come MyEdu Family.
La fragilità adolescenziale è un fenomeno che ha origini fisiologiche, e che è connesso con lo sviluppo umano: il post covid, la tecnologia, il cambiamento nelle relazioni familiari e i nuovi contesti economici e sociali hanno amplificato lo stress per tutti, anche per gli adolescenti.
Il disagio dei nostri figli è anche il nostro, e quindi affrontiamolo con serenità e pragmatismo: insieme, si supera anche lo tsunami adolescenziale!