Pubblicato il Giugno 14, 2022
Più della connessione sono mancati gli stimoli durante la famigerata didattica a distanza. Ora è importante mantenere la tecnologia e investire su relazione ed esperienze dirette sul territorio. L'istituto BVA…
Più della connessione sono mancati gli stimoli durante la famigerata didattica a distanza. Ora è importante mantenere la tecnologia e investire su relazione ed esperienze dirette sul territorio.
L’istituto BVA – Doxa insieme a MyEdu svelano i risultati delle loro ricerche: ansie e prospettive di alunni e genitori verso la scuola trasformata dall’esperienza della didattica a distanza e il futuro della didattica verso una nuova normalità.
Alcuni dati che emergono dalle risposte raccolte, ci sono anche le materie preferite, il ruolo dei famigliari, gli strumenti utili e le modalità di approccio ai contenuti digital.
Dopo l’esperienza della Didattica a distanza, non tutto è da buttare. Ecco cosa pensano le famiglie italiane sulla scuola digitale: per più di 7 genitori su 10, la tecnologia, ormai percepita come prezioso ausilio all’apprendimento verso una nuova normalità, sarà essenziale anche in futuro.
La connessione a Internet è stata un problema per meno di 2 famiglie su 10, mentre 3 mamme su 10 manterrebbero la scuola “ibrida”, in presenza ma con la possibilità di seguire le lezioni da remoto. Solo il 17% dei papà ha seguito i figli in dad – contro il 67% delle mamme – mentre la materia tipicamente più ostica – la matematica – è in realtà anche la più amata dagli studenti, con il 26% delle preferenze. Le ansie dei genitori sono cresciute per il 65% post pandemia: non tanto per il contagio in sé, quanto per gli effetti psicologici del distanziamento sui ragazzi (oltre 4 su 10). Infine, per rendere la didattica più stimolante, i genitori propongono un ritorno alle esperienze dirette nelle attività sul territorio: largo a fattorie, aziende agricole, aziende alimentari.
È quanto emerge dall’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu, piattaforma di formazione digitale fondata nel 2013 a Milano, partner del Ministero dell’Istruzione attraverso il protocollo d’intesa “per la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione didattica e digitale nella Scuola Italiana” e dall’indagine condotta da Bva Doxa annualmente.
“Questo biennio di dad ha accelerato di almeno 5/6 anni il grado di utilizzo degli strumenti di didattica digitale da parte di docenti e alunni – commenta Laura Fumagalli, presidente di MyEdu. Per analizzare cosa è mancato in questo periodo e per migliorare l’offerta di contenuti e risorse digitali è fondamentale partire dalle esperienze dirette di chi ha vissuto questa fase così delicata in prima persona. Investire sulla didattica digitale integrata oltre la fase emergenziale è oggi essenziale per rendere questi strumenti sempre più rispondenti alle reali esigenze del mondo della scuola e della famiglia”.
Oltre al digital, la ricerca ha voluto dare spazio anche alla “normalità” della giornata, con una domanda specifica sulle attività svolte oltre “all’andare a scuola”. Si è delineata una sostanziale voglia di uscire dalle mura di casa: in un anno passano dal 13% al 28% i ragazzi che dicono di essere usciti con gli amici; calano di 8 punti percentuali quelli che hanno guardato la TV; aumentano quelli che sono andati a giocare fuori casa, passando dal 7% al 14%; calano anche i ragazzi che hanno giocato ai videogiochi (dal 25 al 21%).
“Durante la pandemia la tecnologia è stata protagonista delle giornate in modo più evidente che negli anni precedenti, un’occasione per i genitori per coglierne i diversi aspetti e le potenzialità. Di fronte a una situazione tanto anomala si sono abbattute barriere radicate nel tempo – sostiene Cristina Liverani, Kids & Special Projects Unit Manager di Bva Doxa. I genitori dei ragazzi tra i 5 i 13 anni, infatti, vedono nei device tecnologici “oggetti” utili come supporti per la didattica e la formazione (33% dei genitori intervistati), per passare il tempo (30%) o per mettersi in contatto con amici e parenti (24%). Oltre al digital, la ricerca ha voluto dare spazio anche alla “normalità” della giornata, con una domanda specifica sulle attività svolte oltre “all’andare a scuola”. Si è delineata una sostanziale voglia di uscire dalle mura di casa: in un anno passano dal 13% al 28% i ragazzi che dicono di essere usciti con gli amici; calano di 8 punti percentuali quelli che hanno guardato la TV; aumentano quelli che sono andati a giocare fuori casa, passando dal 7% al 14%; calano anche i ragazzi che hanno giocato ai videogiochi (dal 25 al 21%)”.
In questo panorama si inserisce la ricerca svolta nelle scuole da MyEdu che ha focalizzato anche le paure e le speranze dei genitori degli alunni in età scolare.
Dalle risposte emerge che il 21% dei genitori intervistati lamenta che la Didattica a distanza non abbia stimolato abbastanza l’attenzione dei propri figli. Altro fattore che ha influenzato in modo negativo la scuola durante il lockdown è stata l’impossibilità da parte dei genitori di seguire i propri figli, perché in smartworking (17%). Subito dopo seguono con il 16% i genitori soddisfatti, circa 1 su 5. Il collegamento a internet è stato un problema per il 14% degli intervistati, dato che rincuora rispetto a statistiche molto più pessimistiche.
Il 39% degli intervistati spera che questa situazione emergenziale non si verifichi più, mentre il 29% manterrebbe la possibilità di seguire le lezioni da casa: vuol dire che anche se i propri figli sono a casa per ragioni diverse dal Covid, i genitori preferirebbero che continuassero le attività scolastiche anche da remoto. I genitori manterrebbero anche l’uso di device tecnologici (17%) e contenuti digitali per l’apprendimento (15%).
Dall’analisi statistica emerge che le mamme sono state coloro che hanno seguito di più i bimbi nella didattica a distanza: il 67% degli intervistati. Se la sono comunque cavata i papà, con il 17% mentre un buon 9% è rappresentato da nonni, particolarmente “tecnologici”.
Durante la pandemia l’aspetto che ha preoccupato maggiormente i genitori è quello sociale-psicologico dovuto al forzato isolamento e distanziamento (44%), più del contagio stesso, che si attesta però al secondo posto con il 33%. Il calo dei risultati, influenzato dalla nuova modalità di insegnamento a distanza, ha preoccupato invece solo il 16% dei genitori.
Quasi 8 genitori su 10 si dicono inoltre preoccupati per l’istruzione e il futuro dei propri figli; tra questi il 65% afferma di aver peggiorato il proprio stato di preoccupazione rispetto al periodo antecedente la pandemia, mentre per il 32% la percezione non è cambiata.
Il giudizio sulla tecnologia digitale applicata alla didattica raccoglie un 75% di consensi. Tale è la percentuale che esprime un’opinione favorevole sulla tecnologia applicata alla didattica, con un 15% che invece resta indifferente.
La maggior parte degli intervistati (27%) propone esperienze dirette nelle attività del territorio come visite in fattorie o aziende alimentari. Seguono i laboratori tecnologici 23% e le esperienze di scuola-natura 20%.
L’indagine ha anche offerto l’opportunità di capire le preferenze e le inclinazioni dei figli. Tanto che alla domanda su quale sia la disciplina preferita di vostro figlio, emerge – a sorpresa – che la materia preferita dalla maggior parte dei ragazzi sia la matematica (26%). Segue l’italiano con il 12% delle preferenze e, a pari punti, inglese e arte e immagine (11%).
In apparente contrasto con il trend della domanda precedente, risulta che la disciplina per la quale i figli necessitano di più aiuto sia proprio la più amata, la matematica (29%); seguono l’italiano (22%) e l’inglese con il 20% delle segnalazioni.
Anche in questo caso la percentuale maggiore riguarda la matematica, che risulta la materia più ostica anche per i genitori (24%). La seconda materia per la quale i genitori hanno bisogno di supporto è l’inglese (23%) cui segue l’italiano con il 18% delle risposte.
Dall’analisi del questionario risulta che lo strumento che vorrebbe il maggior numero di genitori sono i giochi didattici per allenarsi nel tempo libero (20%). Subito sotto con il 19% ci sono le mappe concettuali digitali e personalizzabili, gli esercizi interattivi da fare con il tablet (18%) e le videolezioni di ripasso suddivise per materia (%?).
Ciò che maggiormente interessa ai genitori per affrontare meglio la formazione dei ragazzi è uno strumento che stimoli e invogli i propri figli a studiare, risposta data della maggior parte degli intervistati (34%). Il 27% vorrebbe percorsi digitali e interattivi, mentre il 19% un supporto che permetta loro di seguire i propri figli nei compiti.