Più della connessione sono mancati gli stimoli durante la famigerata didattica a distanza. Ora è importante mantenere la tecnologia e investire su relazione ed esperienze dirette sul territorio.
L’istituto BVA – Doxa insieme a MyEdu svelano i risultati delle loro ricerche: ansie e prospettive di alunni e genitori verso la scuola trasformata dall’esperienza della didattica a distanza e il futuro della didattica verso una nuova normalità.
Alcuni dati che emergono dalle risposte raccolte, ci sono anche le materie preferite, il ruolo dei famigliari, gli strumenti utili e le modalità di approccio ai contenuti digital.
Cosa mantenere della DAD?
Dopo l’esperienza della Didattica a distanza, non tutto è da buttare. Ecco cosa pensano le famiglie italiane sulla scuola digitale: per più di 7 genitori su 10, la tecnologia, ormai percepita come prezioso ausilio all’apprendimento verso una nuova normalità, sarà essenziale anche in futuro.
La connessione a Internet è stata un problema per meno di 2 famiglie su 10, mentre 3 mamme su 10 manterrebbero la scuola “ibrida”, in presenza ma con la possibilità di seguire le lezioni da remoto. Solo il 17% dei papà ha seguito i figli in dad – contro il 67% delle mamme – mentre la materia tipicamente più ostica – la matematica – è in realtà anche la più amata dagli studenti, con il 26% delle preferenze. Le ansie dei genitori sono cresciute per il 65% post pandemia: non tanto per il contagio in sé, quanto per gli effetti psicologici del distanziamento sui ragazzi (oltre 4 su 10). Infine, per rendere la didattica più stimolante, i genitori propongono un ritorno alle esperienze dirette nelle attività sul territorio: largo a fattorie, aziende agricole, aziende alimentari.
È quanto emerge dall’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu, piattaforma di formazione digitale fondata nel 2013 a Milano, partner del Ministero dell’Istruzione attraverso il protocollo d’intesa “per la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione didattica e digitale nella Scuola Italiana” e dall’indagine condotta da Bva Doxa annualmente.
“Questo biennio di dad ha accelerato di almeno 5/6 anni il grado di utilizzo degli strumenti di didattica digitale da parte di docenti e alunni – commenta Laura Fumagalli, presidente di MyEdu. Per analizzare cosa è mancato in questo periodo e per migliorare l’offerta di contenuti e risorse digitali è fondamentale partire dalle esperienze dirette di chi ha vissuto questa fase così delicata in prima persona. Investire sulla didattica digitale integrata oltre la fase emergenziale è oggi essenziale per rendere questi strumenti sempre più rispondenti alle reali esigenze del mondo della scuola e della famiglia”.
Oltre al digital, la ricerca ha voluto dare spazio anche alla “normalità” della giornata, con una domanda specifica sulle attività svolte oltre “all’andare a scuola”. Si è delineata una sostanziale voglia di uscire dalle mura di casa: in un anno passano dal 13% al 28% i ragazzi che dicono di essere usciti con gli amici; calano di 8 punti percentuali quelli che hanno guardato la TV; aumentano quelli che sono andati a giocare fuori casa, passando dal 7% al 14%; calano anche i ragazzi che hanno giocato ai videogiochi (dal 25 al 21%).
“Durante la pandemia la tecnologia è stata protagonista delle giornate in modo più evidente che negli anni precedenti, un’occasione per i genitori per coglierne i diversi aspetti e le potenzialità. Di fronte a una situazione tanto anomala si sono abbattute barriere radicate nel tempo – sostiene Cristina Liverani, Kids & Special Projects Unit Manager di Bva Doxa. I genitori dei ragazzi tra i 5 i 13 anni, infatti, vedono nei device tecnologici “oggetti” utili come supporti per la didattica e la formazione (33% dei genitori intervistati), per passare il tempo (30%) o per mettersi in contatto con amici e parenti (24%). Oltre al digital, la ricerca ha voluto dare spazio anche alla “normalità” della giornata, con una domanda specifica sulle attività svolte oltre “all’andare a scuola”. Si è delineata una sostanziale voglia di uscire dalle mura di casa: in un anno passano dal 13% al 28% i ragazzi che dicono di essere usciti con gli amici; calano di 8 punti percentuali quelli che hanno guardato la TV; aumentano quelli che sono andati a giocare fuori casa, passando dal 7% al 14%; calano anche i ragazzi che hanno giocato ai videogiochi (dal 25 al 21%)”.
In questo panorama si inserisce la ricerca svolta nelle scuole da MyEdu che ha focalizzato anche le paure e le speranze dei genitori degli alunni in età scolare.
Vediamo nel dettaglio le singole domande dell’indagine di MyEdu
Che cosa non ha funzionato durante la dad?
Dalle risposte emerge che il 21% dei genitori intervistati lamenta che la Didattica a distanza non abbia stimolato abbastanza l’attenzione dei propri figli. Altro fattore che ha influenzato in modo negativo la scuola durante il lockdown è stata l’impossibilità da parte dei genitori di seguire i propri figli, perché in smartworking (17%). Subito dopo seguono con il 16% i genitori soddisfatti, circa 1 su 5. Il collegamento a internet è stato un problema per il 14% degli intervistati, dato che rincuora rispetto a statistiche molto più pessimistiche.
Che cosa si salva dell’esperienza con la didattica a distanza?
Il 39% degli intervistati spera che questa situazione emergenziale non si verifichi più, mentre il 29% manterrebbe la possibilità di seguire le lezioni da casa: vuol dire che anche se i propri figli sono a casa per ragioni diverse dal Covid, i genitori preferirebbero che continuassero le attività scolastiche anche da remoto. I genitori manterrebbero anche l’uso di device tecnologici (17%) e contenuti digitali per l’apprendimento (15%).
Chi ha seguito di più i vostri figli in dad?
Dall’analisi statistica emerge che le mamme sono state coloro che hanno seguito di più i bimbi nella didattica a distanza: il 67% degli intervistati. Se la sono comunque cavata i papà, con il 17% mentre un buon 9% è rappresentato da nonni, particolarmente “tecnologici”.
Cosa vi ha preoccupato maggiormente?
Durante la pandemia l’aspetto che ha preoccupato maggiormente i genitori è quello sociale-psicologico dovuto al forzato isolamento e distanziamento (44%), più del contagio stesso, che si attesta però al secondo posto con il 33%. Il calo dei risultati, influenzato dalla nuova modalità di insegnamento a distanza, ha preoccupato invece solo il 16% dei genitori.
Quasi 8 genitori su 10 si dicono inoltre preoccupati per l’istruzione e il futuro dei propri figli; tra questi il 65% afferma di aver peggiorato il proprio stato di preoccupazione rispetto al periodo antecedente la pandemia, mentre per il 32% la percezione non è cambiata.
Qual è il vostro giudizio sulla tecnologia digitale applicata alla didattica?
Il giudizio sulla tecnologia digitale applicata alla didattica raccoglie un 75% di consensi. Tale è la percentuale che esprime un’opinione favorevole sulla tecnologia applicata alla didattica, con un 15% che invece resta indifferente.
Che tipo di attività suggerireste per rendere più stimolante la vita a scuola?
La maggior parte degli intervistati (27%) propone esperienze dirette nelle attività del territorio come visite in fattorie o aziende alimentari. Seguono i laboratori tecnologici 23% e le esperienze di scuola-natura 20%.
Qual è la disciplina preferita di vostro figlio?
L’indagine ha anche offerto l’opportunità di capire le preferenze e le inclinazioni dei figli. Tanto che alla domanda su quale sia la disciplina preferita di vostro figlio, emerge – a sorpresa – che la materia preferita dalla maggior parte dei ragazzi sia la matematica (26%). Segue l’italiano con il 12% delle preferenze e, a pari punti, inglese e arte e immagine (11%).
Per quale disciplina vostro figlio ha più bisogno d’aiuto?
In apparente contrasto con il trend della domanda precedente, risulta che la disciplina per la quale i figli necessitano di più aiuto sia proprio la più amata, la matematica (29%); seguono l’italiano (22%) e l’inglese con il 20% delle segnalazioni.
Per quale disciplina avreste più bisogno d’aiuto per supportare al meglio vostro figlio?
Anche in questo caso la percentuale maggiore riguarda la matematica, che risulta la materia più ostica anche per i genitori (24%). La seconda materia per la quale i genitori hanno bisogno di supporto è l’inglese (23%) cui segue l’italiano con il 18% delle risposte.
Quali strumenti vorreste che vostro figlio avesse a disposizione per studiare in modo più efficace?
Dall’analisi del questionario risulta che lo strumento che vorrebbe il maggior numero di genitori sono i giochi didattici per allenarsi nel tempo libero (20%). Subito sotto con il 19% ci sono le mappe concettuali digitali e personalizzabili, gli esercizi interattivi da fare con il tablet (18%) e le videolezioni di ripasso suddivise per materia (%?).
Che cosa vi servirebbe per affrontare meglio lo studio dei vostri figli?
Ciò che maggiormente interessa ai genitori per affrontare meglio la formazione dei ragazzi è uno strumento che stimoli e invogli i propri figli a studiare, risposta data della maggior parte degli intervistati (34%). Il 27% vorrebbe percorsi digitali e interattivi, mentre il 19% un supporto che permetta loro di seguire i propri figli nei compiti.