In inglese si chiama homeschooling e sempre più genitori, anche in Italia, la scelgono per l’istruzione dei propri figli. Ma cos’è la scuola a casa? E come funziona?
Nata negli Stati Uniti negli anni Settanta, la scuola a casa è in alcuni Paesi una scelta ben radicata e molto diffusa: negli Stati Uniti gli homeschooler sono infatti più di 2 milioni e mezzo, circa 60 mila in Canada, 100 mila nel Regno Unito, 4 mila in Francia e 2 mila in Spagna. In Italia l’educazione parentale è arrivata una decina di anni fa e nel 2017, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione (MIUR), erano già più di 1.200 i genitori che avevano scelto di insegnare ai propri figli tra le mura domestiche.
L’interesse per questa modalità educativa sta rapidamente crescendo, spinto probabilmente dalla pandemia di Covid-19 e dall’utilizzo della didattica a distanza, che di fatto ha reso i genitori più presenti e partecipi alla vita scolastica dei propri figli.
Nel Bel Paese l’educazione parentale è infatti consentita e perfettamente legale. La legge italiana sancisce l’obbligatorietà dell’istruzione fino ai 16 anni di età, ma non prevede che l’insegnamento debba per forza avvenire sui banchi di scuola. La possibilità di fare scuola a casa è quindi ammessa dalla Costituzione della Repubblica italiana.
Come iniziare a fare scuola a casa
Ma, concretamente, cosa si deve fare? In pratica, i genitori che fanno questa scelta devono inviare ogni anno una comunicazione scritta riguardante l’anno scolastico successivo al Sindaco e alla direzione didattica del proprio territorio. La lettera andrebbe inviata nello stesso periodo in cui avvengono le iscrizioni a scuola, quindi verso gennaio. Nel caso in cui si tratti della prima lettera va allegata anche una autocertificazione che attesti le capacità dei genitori di insegnare ai figli e le possibilità economiche della famiglia. Se il bambino frequenta una scuola, bisogna anche ricordarsi di ritirarlo dalla scuola per l’anno successivo, in modo da non creare spiacevoli fraintendimenti.
Dal 2018, inoltre, gli studenti a casa sono iscritti all’Anagrafe Nazionale degli Studenti (ANS) e al loro nominativo corrisponde la voce “istruzione familiare”. Questo perché, come tutti i ragazzi e le ragazze, sono studenti a tutti gli effetti.
Rientrare a scuola è sempre possibile
La scuola a casa è una possibilità che può partire dalla scuola materna ed arrivare alle soglie dell’università. Questo però non vuol dire che l’insegnamento parentale debba durare per sempre. Ogni studente può infatti uscire e rientrare in un percorso scolastico più tradizionale in qualsiasi momento del suo percorso.
Ragazzi e ragazze che vengono educati tramite l’istruzione parentale possono infatti sostenere ogni anno un esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria. Di conseguenza, qualora un ragazzo volesse “rientrare in classe”, lo potrebbe fare nella classe d’età se ha passato l’esame, o nella classe precedente se non lo ha passato.
Assieme alla richiesta d’esame, che dovrà essere inoltrata entro il mese di marzo alla direzione didattica della scuola prescelta per sostenere l’esame (non capisco cosa si deve fare entro marzo: lettera o esame?), dovrà essere allegato anche il programma scolastico seguito dalla famiglia nell’anno in corso. Questo programma non deve per forza essere uguale a quello della scuola di riferimento, specialmente per quanto riguarda la scuola primaria, ma deve sempre rispettare le linee guida sulla certificazione delle competenze del MIUR.
Al di là di ciò, ogni genitore può decidere in maniera completamente autonoma cosa e come insegnare ai propri figli. C’è chi stabilisce degli orari stabili per i momenti di insegnamento, chi preferisce coinvolgere i figli in esperienze dirette, chi si allea con altre famiglie per insegnare ciascuno la materia in cui è più preparato.
Ogni famiglia è unica e autonoma nelle sue scelte
Le motivazioni per cui le famiglie fanno questa scelta sono diverse e personali, così come gli strumenti utilizzati per percorrere questa strada. Sicuramente la scuola a casa rende l’apprendimento fortemente personalizzato, perché permette di valutare capacità e punti di forza e di debolezza di ogni singolo ragazzo e di adattare di conseguenza la metodologia di apprendimento, cosa oggettivamente difficile da fare in una classe con tanti alunni diversi.
Ogni famiglia può quindi decidere di utilizzare libri, strumenti digitali ed esperienze, alternandoli e selezionandoli a seconda delle inclinazioni e delle peculiarità di ciascun ragazzo. Per chi decide di avvalersi dell’educazione parentale l’utilizzo di strumenti digitali è spesso una scelta mirata proprio per la loro flessibilità e adattabilità alle esigenze dei singoli, sia in termini di tempo che di livello di difficoltà.
Anche tra i clienti MyEdu contiamo famiglie che hanno scelto di fare scuola a casa. E proprio per venire incontro alle loro esigenze, abbiamo implementato l’offerta di MyEdu predisponendo una sezione con piani di studio annuali, stilati seguendo le indicazioni ministeriali, ma lasciando la possibilità ad ognuno di personalizzare il proprio programma.
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