Nei secoli la tecnologia è sempre stata il motore del cambiamento dell’umanità: le grandi rivoluzioni industriali e tecnologiche hanno cambiato la visione del mondo e l’intera società.
Stiamo per vivere un’ennesima rivoluzione, quella generata dall’intelligenza artificiale e dallo sviluppo tecnologico della nuova era digitale: intelligenza artificiale generativa, macchine intelligenti, robot senzienti, nanotecnologia, cambieranno tutti i settori del mercato del lavoro, con delle conseguenze ancora non del tutto inimmaginabili sulle nostre vite, perché l’impatto delle nuove tecnologie sui lavori del futuro sarà senza precedenti.
L’Impatto delle nuove tecnologie sui lavori del futuro
Numerose ricerche hanno già valutato che circa il 70% delle professioni diffuse nel prossimo decennio non sono ancora nate, e che comunque tutte subiranno gli effetti dello sviluppo tecnologico.
Professioni emergenti grazie alla tecnologia
Ci saranno professioni emergenti grazie alla tecnologia, come: Machine Learning Creative Producer, Creator Collaborator, Conversational AI Developer, esperto di etica nell’intelligenza artificiale, esperto di etica nella cybersicurezza, esperto del lavoro uomo-macchina sono solo alcune delle professioni emergenti, ma nuove opportunità si svilupperanno insieme al settore dell’AI.
Secondo la recente ricerca del World Economic Forum, riportata da AGM, ecco le 10 professioni a maggiore sviluppo nell’ambito tecnologico/digitale nel prossimo decennio:
Cyber Security Analyst
Il suo compito è quello di proteggere le reti aziendali e i dati da eventuali attacchi o minacce.
Data Analyst
Ha il compito di raccogliere, ordinare e organizzare i dati in report periodici, che verranno analizzati per valutare risultati o ipotizzare andamenti futuri.
Data Scientist
Il Data Scientist ha competenze di matematica e statistica, grazie alle quali analizza e interpreta enormi quantità di dati con metodi di Machine Learning.
DevOps Consultant
La figura responsabile dello sviluppo tecnico di progetto si chiama DevOps Consultant, che abbina competenze tecniche di programmazione e la conoscenza dei software a spiccate doti relazionali. Il suo ruolo lega il reparto operativo e quello di sviluppo.
Java Developer
Fra tutti i linguaggi di programmazione esistenti, Java è uno dei più diffusi, semplici e versatili, ed è un linguaggio utile anche alla programmazione di Intelligenza Artificiale.
AI Specialist
Implementa e gestisce le principali tecnologie di intelligenza artificiale.
Machine Learning Specialist
Si occupa della gestione delle attività legate al Machine Learning, quella parte dell’Intelligenza Artificiale che permette alle macchine di imparare da esperienze e dati.
Cloud Manager
Gestisce l’installazione, la configurazione, e alla manutenzione delle reti.
Project Manager
Ha il compito di seguire e supportare il team in ogni fase del progetto.
Digital Marketing Specialist
Figura sempre più richiesta, costruisce un progetto di marketing attraverso l’utilizzo dei sistemi digitali.
L’importanza della formazione continua
Non si può quindi non fare un collegamento immediato tra nuove professioni e formazione: abbiamo già trattato il tema della necessità che la scuola adatti l’offerta formativa a queste nuove esigenze, facendo evolvere programmi e metodologie didattiche >>> Intelligenza artificiale nell’istruzione: problemi, soluzioni, sfide e opportunità.
E vista l’evoluzione continua e velocissima della tecnologia, la formazione dovrà necessariamente stare al passo: imparare sempre, per tutta la vita, diventerà la nuova normalità, così come la necessità di adattarsi a nuove modalità di lavoro che la tecnologia farà mutare negli anni.
Tecnologia, educazione e nuove professioni
Tecnologia, educazione e nuove professioni sono e saranno legate in maniera indissolubile, generando un cambiamento profondo nelle modalità di gestire e trasmettere la conoscenza.
Ruolo dell’educazione nel preparare alle nuove professioni
Per ogni Paese diventa quindi fondamentale concepire il ruolo sempre più importante dell’educazione nel preparare i giovani alle nuove professioni. E in un contesto in cui studenti e studentesse scelgono il percorso scolastico ancora prima di sapere come effettivamente evolveranno le professioni, questa situazione implica una serie di conseguenze:
– Sulle modalità di insegnamento: che dovrebbe spostarsi in maniera netta sulle competenze, per imparare a fare, a pensare e a reperire informazioni, piuttosto che ad assimilare conoscenze.
– Sulle materie insegnate: che dovrebbero arricchirsi notevolmente di materie STEM, cioè le materie in ambito tecnico e scientifico, ma anche di materie che stimolino il senso critico e la capacità di ragionare in autonomia (come il debate o i principi di etica), e materie scientifiche che necessitano un approccio empirico e laboratoriale, e che quindi attivano quella didattica sul campo dell’imparare facendo..
– Sulle metodologie didattiche: che sempre più devono mettere gli studenti al centro e puntare sulle attività pratiche, anche attraverso l‘utilizzo di quelle tecnologie, in cui i ragazzi e le ragazze sono immersi nella loro vita quotidiana (del presente e del futuro). Ad esempio, utilizzare i visori della realtà virtuale dei videogiochi per fare lezione in classe potrebbe essere in futuro un’esperienza divertente e immersiva, che non toglie nulla alla serietà e alla scientificità della materia insegnata, ma trascina la lezione nel mondo degli studenti, colpendo i loro sensi, oltre che le loro menti. Su questo tema vi invito a leggere anche: Digitale: nuovi orizzonti, realtà virtuale, realtà aumentata e metaverso.
– Sulle connessioni con il mercato e le realtà produttiva: che, in particolare nelle scuole ad indirizzo tecnico e professionale, dovrebbero essere parte attiva in tutto il processo formativo, fino ad arrivare a delle vere esperienze sul campo.
Innovazioni didattiche e tecnologiche
Tutto questo potrà essere supportato e sviluppato anche grazie all’ingresso delle nuove tecnologie nella didattica. L’uso dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale nell’istruzione potranno rendere l’apprendimento più coinvolgente e vicino alle esigenze del mercato del lavoro futuro.
Ma per questo non serve solo la tecnologia, serve saperla usare come strumento abilitante della didattica innovativa.
Sfide e opportunità dell’integrazione tecnologica nell’istruzione
Senza la giusta formazione dei docenti, e un cambiamento delle priorità della scuola, la tecnologia rimarrà solo “ferro”, utilizzata da pochi, e lasciata molto spesso invecchiare nei laboratori scolastici.
Superare la barriera delle competenze digitali
Specializzare i docenti, formarli e renderli capaci di utilizzare durante tutte le lezioni gli strumenti digitali significa anche elevare la figura del docente a vero e proprio “tutor del futuro digitale” degli studenti: trasmettendo conoscenze e competenze attraverso strumenti innovativi e ingaggianti per i più giovani.
Attraverso i fondi messi a disposizione dal PNRR l’Italia ha un enorme opportunità: dopo centinaia di milioni di euro forniti alla scuole per la trasformazione fisica delle aule verso la didattica digitale, ora ci sono a disposizione 450 milioni di euro per la formazione dei docenti nel biennio 2024-2025: saremo in grado di cogliere questa opportunità?
Perché studiare viaggiando nei mondi ricostruiti della realtà virtuale, o guardando il mondo attraverso le integrazioni della realtà aumentata, amplificherà i sensi e stimolerà l’apprendimento.
Interrogare l’Intelligenza Artificiale secondo le proprie attitudini e capacità, significherà personalizzare l’apprendimento. Abbiamo bisogno di docenti che possano utilizzare la tecnologia per migliorare l’offerta formativa e i suoi risultati.
Prepararsi ai lavori del futuro
Secondo alcune ricerche, citando anche un’analisi di Meta (Facebook) queste sono le 6 competenze lavorative più importanti che verranno richieste nei prossimi anni:
1) competenze digitali, fondamentali per essere attore del cambiamento e non subirlo;
2) comunicazione, per comunicare a tutti e su tutto, attraverso qualsiasi sistema, in presenza e a distanza;
3) agilità mentale, cioè avere una mente flessibile e capace di adattarsi ai cambiamenti: affrontare il mondo sempre con curiosità, senza preconcetti;
4) pensiero critico, che permette di agire per risolvere problemi e trovare soluzioni;
5) abilità interpersonali, cioè saper vivere, comunicare e interagire con gli altri: il lavoro sarà sempre più connesso e integrato;
6) gestione autonoma, chiamata self leadership, cioè la capacità di gestirsi e motivarsi in maniera autonoma.
La scuola, la famiglia e lo sport sono gli ambienti che possono supportare i giovani a sviluppare queste competenze, aiutandoli a prepararsi al futuro con meno paure e minori insicurezze.
Stimolare le esperienze, la curiosità, le attività di gruppo e quelle che stimolano il ragionamento aiuteranno i ragazzi e le ragazze ad avere una mente aperta e pronta a qualcosa che, come genitori o docenti, non possiamo ancora raffigurare.
Ma niente panico! Il futuro sarà un’opportunità!